Dopo oltre 20 anni dalla loro introduzione (la prima coltivazione di MAIS OGM risale al 1996), uno studio italiano pone la parola fine ai possibili rischi relativi a coltivazioni geneticamente modificate. Lo studio condotto dalla scuola Superiore Sant’Anna e Università di Pisa afferma che non c’è alcun rischio per la salute umana.
Sono stati analizzati enormi quantitativi di dati prodotti nei cinque continenti tra il 1996 e 2016 raccogliendo oltre 11.000 informazioni contenute in riviste scientifiche accreditate. L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata esclusivamente sull’elaborazione rigorosa dei dati scientifici, tralasciando “l’interpretazione politica dei medesimi”. Per questo motivo i dati permettono di “trarre conclusioni univoche, aiutando ad aumentare la fiducia del pubblico nei confronti del cibo prodotto con piante geneticamente modificate”.
La conclusione a cui si è giunti è che il MAIS transgenico non rappresenta un pericolo per la salute anzi hanno una resa superiore dal 5,6% al 24,5%, aiutano a ridurre gli attacchi da parte di insetti dannosi ai raccolti e hanno percentuali inferiori di contaminanti pericolosi, come micotossine (-28,8%) e fumonisine (-30,6%).